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Atto III, Scena I
Una strada di Venezia. Shylock, Solanio e Salarino.
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SHYLOCK: Ad adescare i pesci: e se a null’altro giovasse, varrebbe a satollare la mia vendetta. Egli mi ha disonorato e nociuto per un mezzo milione; ha riso delle mie perdite e de’ miei guadagni, si è fatto beffe della mia nazione, mi ha rotto i contratti, mi ha intepiditi gli amici, mi ha infiammati i nemici; e tutto ciò perchè? Perchè sono un ebreo. Un ebreo non ha forse occhi? Un ebreo non ha forse mani, membri, visceri, dimensioni, sensi, affezioni, passioni? Non si nutre egli forse collo stesso cibo, non rimane ferito dalle stesse armi, non va soggetto alle medesime infermità, non è sanato dai medesimi mezzi, riscaldato e assiderato dal medesimo inverno ed estate, come un cristiano? Se voi ne pungete, non mandiam noi forse sangue? Se ne solleticate, non ridiam forse? Se ne avvelenate, forsechè non moriamo? E se ne offendete, non dovremmo vendicarci? Poichè siamo simili a voi in tutto il resto, vogliamo esser simili anche in questo. Ove un ebreo insulti un cristiano, qual’è la carità di questo? La vendetta. Ove un cristiano offenda un ebreo, come deve comportarsi l’ebreo con tale esempio? Vendetta, vendetta. Porrò in pratica le lezioni che mi avete date, e se posso supererò i maestri.