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Atto III, Scena II
Amleto con i commedianti.
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AMLETO: Proferite, ve ne prego, il discorso come io lo proferii con voi, con lingua scorrevole; se doveste declamarlo con enfasi, come fanno tanti dei vostri colleghi, preferirei di averlo affidato al banditore della città. E non trinciate di troppo l’aria colla mano, ma sia gentile il vostro gesto, perocché anche nel più grand'impeto, nella furia e (direi) nel turbine della passione, dovete avere una temperanza che ne rintuzzi l’asprezza. Oh nulla m’indispone di più l’anima quanto íl vedere un atleta in parrucca che straccia una passione a brani, che la fa proprio in cenoi, e introna gli orecchi degli spettatori, a cui per la maggior parte non talentano che le assurde pantomime e il baccano. Farei frustare questi Termaganti1 ampollosi, che vincono in furia anche Erode; ve ne prego, evitate ciò. [...] Nè siate tampoco freddo, e il senno vi guidi conformate l'azione alla parola, la parola all'azione; e abbiate questa speciale avvertenza di non varcar mai i limiti del naturale, perocchè tutto quello che va al di la di esso ei distoglie dall'intento della scena, che fu sempre, ed è tuttavia quello di riflettere la natura come in uno specchio, di mostrare alla virtù i suoi veri sembianti, al vizio la sua immagine, conservando ad ogni secolo, ad ogni tempo la loro forma e la loro impronta. Ora chi esagera o non colorisce abbastanza, sebbene possa far ridere lo stolto, non potrà che far rammaricare il saggio, la censura del quale, e si tratti pure di un solo, deve per voi pesar più che gli applausi di tutto un teatro. Vi sono certi commedianti, che ho veduto recitare, e inteso a celebrare con lodi alte, per non dire sacrileghe, i quali non avevano nè l’accento, nè il portamento da cristiano, da pagano, o da uomo, e che si enfiavano e muggivano in modo si orribile, che io li ho presi per simulacri umani sbozzati grossolanamente da qualche villano artefice nelle officine della natura; cosi male imitavano l’uomo! [...] Riformatevi interamente; e coloro che recitano fra voi le parti del buffone non dicano più di quello che fu scritto per loro, perché ve ne hanno, che per provocare le risa di certi stupidi spettatori, si danno a ridere nel momento in cui la scena richiede la massima attenzione; indegna cosa, o che mostra una ben deplorabile ambizione in colui che vi ha ricorso. Andate a prepararvi. (I commedianti escono.)